Sono preoccupato: ho paura che le 133 fotografie e i fiumi di parole che credo di scrivere non serviranno e basteranno a far capire a chi non l’ha vissuto in propria persona o a stretto contatto con me cosa ha significato questo anno per me e cosa significa l’inizio di uno nuovo.
Dodici mesi più importanti di qulunque altro mese precedente, 365 giorni (o quasi, visto che mancano ancora una quindicina di giorni alla fine del mese) che hanno segnato passi importanti, cambiamenti, esperienze, viaggi, conoscenze e addii. E ancora amori, miliardi di risate, qualche pianto furibondo e moltissimo altro. Farò il possibile, dividendo per paragrafi, per poter raccontare al meglio questo 2007 così incredibilmente dannato e fottutamente incredibile.
Macerie
"Ricostruiamo" è stata la parola d’ordine, ma facciamolo in maniera diversa, senza pensare al passato ma pensando al futuro. Era il mio desiderio più grande a gennaio quello di fare grossi cambiamenti, di mettere la parola fine ad alcune situazioni che all’epoca mi facevano stare male.
Dodici mesi fà l’odore di bruciato era più fastidioso che mai e non mi permetteva di respirare come volevo; l’atmosfera in casa era come non avrei mai voluto, percepivo il fiato sul collo, mi sentivo ormai stretto in quel ‘personaggio’, ero relegato ad una serie di compromessi che non volevo più accettare; anche a scuola ricordo giornate pesanti, brutte, tristi, fortunatamente lontane.
Non è stato facile ricominciare da zero per l’ennesima volta nella mia vita, ma questa volta è stato diverso: l’ho fatto con una maggiore consapevolezza di me stesso, della mia vita, di quello che voglio e non voglio, di ciò che mi rende felice e di tutto ciò che non mi rende felice. Ho agito pensando, ho cambiato pagina seguendo un progetto venuto fuori naturale, non studiato, ma piuttosto spontaneo e insicuro. E non mi sono pentito, le vecchie macerie lasciano ormai il tempo che trovano.
Titoli da prima pagina
Marzo, giorno fatidico. La sera prima scrissi sul telefono che la situazione stava degenerando, che forse stavo spingendo troppo, che probabilmente era arrivato il momento di fermarsi. Chissà, magari avevo seriamente previsto quello che sarebbe successo il giorno dopo.
Quella notte una parte di me venne mangiata, scrutata, osservata, commentata, urlata, derisa e minimizzata. Il mattino seguente cominciò con quella voce, quella faccia, quel bagno, quell’annuncio e il mio più totale sconcerto. Trattenni le lacrime in tutto il tragitto che mi separava tra Casteggio e Voghera. Il viaggio in pullman fu interminabile, incredibile pensarci adesso. Arrivai a scuola, presi Ilenia e la portai giù: iniziai a piangere senza sosta, sapevo di volermi tenere tutto per me ma lei -devo dargliene atto, nonostante siano cambiate molte cose- riuscì a starmi vicino come forse nessuno sarebbe riuscito al tempo. Mi aiutò inconsapevolmente a tirare fuori quello che avevo dentro e lo feci, in un pomeriggio che rimarrà per sempre nella mia memoria come l’avvicinarsi di un infarto e la successiva improvvisa leggerezza della mente e del corpo. Non so bene a cosa servì tutto quello, sicuramente a qualcosa servì. Ed ora come ora mi sembra incredibile pensare che la lingua andrebbe a ruota libera con qualcuno che mi è molto vicino. Ho solo 19 anni, un passo l’ho già fatto.
Addii, arrivi e ritorni
Punto primo: due amicizie importanti sono finite. E’ stato tutto così spontaneo, ne sentivo così il bisogno. A settembre a scuola la domanda era sempre la solita: "ma come mai non vi parlate più?". Rispondevo che ero felice così. Che è stato bello, che non rinnego, ma che non mi andava più, che avrei finto se mi fossi comportato come prima dell’estate. Avevo bisogno di serenità e avevo bisogno di trovarla altrove. Senza rancore, senza cattiveria. Altra decisione che ha contribuito a cambiare in meglio la mia vita.
Punto secondo: gallina vecchia fà buon brodo. Chi avrebbe immaginato invece che vecchie conoscenze avrebbero fatto parte nuovamente della mia vita? Erano anni che non parlavo con vecchi compagni di classe delle medie ed elementari e con alcuni di loro è stato bello rivedersi e rincontrarsi e scoprirsi ovviamente cambiati, diversi. Valentina è sicuramente l’esempio più incredibile: anni fà ci odiavamo ed ora ci stiamo simpaticissimi e siamo costantemente in contatto. Ci sono alcune cose del pessato rimaste in sospeso che non ho potuto risolvere, chissà se il 2008 servirà. Non che me ne freghi molto comunque.
Punto terzo: nuovi arrivi. Simone è una delle persone più simili a me come gusti musicali che io conosca. E’ la prima cosa che mi viene in mente di lui. E’ nata una bella amicizia, abbiamo passato tantissimo tempo insieme, come dimenticare il giovedì all’Only?? L’ho sentito pochi giorni fà, spero di vederlo presto. E poi Silvia, una verve comica nascosta, e tutti i ragazzi di Montalto di cui parlerò più avanti. Un anno pieno di belle ed interessanti conoscenze, molte delle quali non racconterò per mancanza di voglia.
Notti magiche
I desideri più sperati hanno iniziato ad avverarsi a maggio e si sono avvenuti tutti di notte. Come dimenticare maggio? Come dimenticare le emozioni che quella notte mi fece provare (non ero solo, ovviamente)? Come non ricordare tutto quello che ne seguì, da una decina di canzoni a migliaia di ricordi che giorno dopo giorno mi intasavano la testa. Chi immaginava che tutto sarebbe ricapitato? Io assolutamente no.
Le notti di Montalto: il frammento d’amore tanto desiderato, le cinque del mattino con Bicio sulla panchina ogni notte, le cantate con Sveva e Gloria, il Marcarone e lo scoiattolo imbalsamato, i battibecchi con Sara ‘Sognia-Foscolo Rules!’ e le sue limonate con Bicio, l’interesse di Gloria e Sveva nei miei confronti, simpatico quanto ingestibile, le sigarette fumate davanti all’Italia, i compleanni di Stefano, Paola e Martina. Come dimenticare quella prima serata dentro alla palestra? I piedi appoggiati sopra quella palla gonfia di plastica? La luce spenta e i racconti horror? Significa per me l’inizio di qualcosa di nuovo. E’ strano dirlo, ma è proprio a Montalto che ho i migliori ricordi di quest’estate. E se è così è anche grazie a chi ho già citato insieme a Margherita, Michael, Pre, Generazione X, Valeria, Sara e tutti gli altri.
Montalto è finito nella parte dedicata alle ‘Notti magiche’ perchè quando io e Bicio finivamo di lavorare passavamo la notte insieme a loro… oppure si andava a casa sua. Ci sarebbero troppe cose da raccontare: da quando sono rimasto fino alle sei del mattino a casa sua e poi mi sono ritrovato a dormire in macchina davanti al Maragliano, dalle lunghe chiaccherate alle mille sigarette, dalla paura di svegliare qualcuno alle grasse risate fino ovviamente agli Estathè. Indimenticabili.
Vogliamo parlare delle decine di notti in cui Bicio ha dormito da me? Gli orari allucinanti, le colazioni a mezzogiorno al bar della Camionale, la corsa verso casa con il solito cd sulla C2? Bicio si ferma ancora spesso a dormire da me e, in tutta sincerità, ogni volta è come se fosse la prima.
La notte da vagabondo passata con Simone e Silvia sull’asfalto di una strada di montagna è un’ altra di quelle che mai dimenticherò. Ce ne tornammo a casa alle sette del mattino, io dormii a casa di Simone e alle dieci ci alzammo per andare in piscina con Mongana. Potrei continuare all’infinito…
Stringimi forte, che nessuna notte è infinita.
"E di nuovo cambio casa cantava dalla radio la voce di un amico mio"
E’ stata dura: decisione pensata per mesi, maturata nel corso dell’anno e definitivamente attuata a settembre. Per l’ennesima volta ho cambiato casa, ma in questo caso, dopo quattro anni di assenza, sono tornato a vivere con mia madre.
Volevo chiudere la porta e tentare, consapevole che sarebbe stato comunque difficile e pericoloso. Ma credo di non aver sbagliato (probabilmente me ne sarei già accorto). Quello con mia madre è un rapporto di amore/odio ma sono diciannove anni che è così, non ci faccio più caso. Qui vivo, dove ero prima no. Era come se mi chiudessero le ali, o forse avevo paura di aprirle. Tornare a vivere qui mi ha dato maggiore libertà ed è grazie a questa casa, così spesso abbandonata da mia mamma, che ho vissuto momenti bellissimi con le persone a cui voglio più bene.
Torno poco e malvolentieri dove ero prima: proprio l’altra sera pensavo a quanti ricordi negativi ho nella camera di Casteggio e a quante ne ho passate tra quelle quattro mura. L’inizio di una nuova vita è iniziato anche da dove sono adesso.
Nel prossimo trasloco non stacco più i poster però!
Insalata russa?
Una delle esperienze del 2007 di cui vado più fiero è quella dei tre mesi di lavoro come cameriere: a giugno a Barisonzo (dimenticabile) e luglio e agosto (indimenticabili!!!) a Montalto insieme a Bicio. Mi sono innamorato del posto di lavoro, del paese, dei miei colleghi ed anche del lavoro stesso. La maratona di ferragosto è indimenticabile: sapevamo tutti che sarebbe stata una giornata difficile, che il ristorante sarebbe stato pieno fuori e dentro e che avremmo lavorato ininterrottamente per dodici ore… si percepiva la tensione prima dell’inizio mentre eravamo tutti radunati in cucina a mangiare un panino.
Mi vengono le lacrime agli occhi mentre penso a quando partivo da Voghera, prendevo su Bicio e andavamo a lavorare e finiviamo all’una di notte. Era bello, seppur molto stancante. C’era il rapporto con i clienti che ogni volta erano diversi, magari antipatici, magari burloni, oppure pronti a farmi mille complimenti (modestamente, non so quante volte mi sono sentito dire ‘come sei bello’, ‘hai un viso perfetto’, ‘sembri un attore’ ecc.). La sensualità di Chiara, la timidezza di Fiore, i mille ‘scusa’ di Serena, la flemma del Lele, i modi bruschi di Maria e Davide, la cattiveria di Angelina, la povera Miranda (un’ icona!!!), il Very Old Man… quante risate con Bicio?!? Quante?!? Il mio desiderio per il 2008 è che tutto si ripeta. Incrocio le dita.
Rileggendo, so di non aver nemmeno minimamente fatto capire quanto bella è stata questa esperienza. Lo giuro, è stato molto meglio di quello che ho scritto.
Fratello
Ho già detto tutto quello che si poteva dire su di lui. Ho imparato a dosare e pesare ciò che dico, l’uso improprio dei termini ‘bene’, ‘amore’, ‘affetto’, ‘amicizia’ non mi piace ed in passato, forse ingenuamente, l’ho utilizzato un po’ troppo spesso.
Voglio bene ad una persona, amo una persona, ho un amico: lo posso dire solo a Bicio. E’ mio fratello, è il mio portafortuna, è la mia felicità, è uno dei beni più preziosi che ho. E’ stato un anno importante anche per lui, è cresciuto tantissimo, ha fatto scelte importanti in amore, in famiglia, nelle amicizie.
Le esperienze che abbiamo passato insieme sono incredibili ed ormai ci conosciamo come le nostre tasche: riusciamo a leggerci negli occhi, sappiamo quale sarà la prossima mossa dell’altro e tutto questo è fantastico. Condividiamo quasi tutto: è un’ esperienza bellissima, forse la più bella non del 2007, ma di tutta la vita.
Gli sono vicino sempre e lui lo sento vicino a me.
Tfe.
Varie ed eventuali
E’ stato l’anno della patente: ancora non ci credo che guido la macchina ormai da dieci mesi!!! E’ stato l’anno del "ma si, proviamo" senza paura, senza pensare alle conseguenze, è stato l’ennesimo anno di vita passato insieme alla mia cuginetta alla quale voglio un mondo di bene, è stato l’anno della reunion tanto attesa delle Spice, del mio primo blog, del pc portatile, dell’intimenticabile e già documentato viaggio a Barcelona con Bicio (non ce lo dimenticheremo mai, vero?), delle mille serate in discoteca e di tanto altro.
L’anno sta per finire eppure mi aspetta ancora il Concerto che ho organizzato con Bicio e Martina a scuola, dove presenterò e canterò, la serata a Milano e l’ultimo dell’anno. Il 2007 ha ancora molto da raccontare!!
The Funto